Gatto eutanasia

Lo scopo della mia vita, ciò che mi fa vibrare il cuore, ciò per cui provo un desiderio ardente, nasce da un’esperienza che ho provato da bambino.
Avevo 10 anni quando il mio primo cane morì, senza che il veterinario riuscisse a riconoscere la malattia che piano piano lo stava uccidendo.
Qualcosa stava consumando la vitalità del mio amico di giochi e non sapere cosa fosse, mi lacerava. Ero pervaso dal dubbio che una cura potesse salvarlo, se solo fosse esistito qualcuno in grado di riconoscere la malattia che lo stava uccidendo!
All’epoca ero un bambino, non ero un medico con le competenze di adesso.
La sofferenza per quella perdita fu talmente grande, che promisi a me stesso che nessun altro bambino avrebbe dovuto soffrire così tanto per la perdita di un caro amico, logorato dal dubbio che forse, la cura giusta avrebbe potuto fare la differenza tra la sua vita e la sua morte.
Decisi quindi di essere il migliore veterinario per cani che si potesse trovare ed ancora oggi, a quasi vent’anni dalla laurea, faccio di tutto per cercare di essere tale.
Però, dopo un lungo percorso accademico, dimenticai questi momenti. Iniziai a lavorare. Mi rendevo conto che c’erano giorni in cui la mia carica emotiva era al massimo. C’erano giorni che non sarei mai tornato a casa dal lavoro, mentre altre volte, nonostante il mio umore sempre alto, non avevo le stesse soddisfazioni.
Fino a che un giorno, l’incontro con un grande uomo mi illuminò.
I giorni in cui la mia energia si decuplicava, in giorni in cui la mia anima si accendeva e non avrei cambiato il mio lavoro per nulla al mondo, erano quei giorni in cui avevo la certezza che il proprietario di un animale non avrebbe dovuto soffrire come avevo sofferto io da bambino.
Tutte quelle volte in cui un proprietario si rivolgeva a me come ultima spiaggia, dopo tanti pareri, inefficaci nel trovare le cause reali e risolvere il problema del loro animale, e poi io… Io con notti di studio e tanta passione, io… ero riuscito a guarirlo.
Ecco: quello era il momento in cui il mio cuore si accendeva!
Si certo, la gratitudine e la benevolenza che loro mi offrivano erano una lauta ricompensa, ma il non dover vedere nuovamente il bambino che è in tutti noi, nello sconforto più assoluto, sentirsi lacerato da quel dubbio, da quella frase che risuona dentro: e se ci fosse qualcun altro che potesse aiutarlo!
Ancora oggi, il mio desiderio ardente, quell’energia che mi mette in movimento e che mi pervade di passione, è vedere quel bambino che è in me sereno, consapevole che tutto ciò che è stato fatto era la cosa migliore e umanamente possibile.

Gianluca Barbato
Veterinario per passione